Domenica 17 Novembre i nostri ragazzi sono stati invitati da Don Paolo, prete della Chiesa Gesù Buon Pastore di Casellina, a partecipare ad un pranzo multiculturale.
La sala si è aperta ai colori, agli odori, alla vita e alle voci di lingue, persone, paesi lontani, in un pomeriggio che aveva il sapore di accettazione, accoglienza, integrazione e unione.
I nostri ragazzi, ospitati sia a casa Tamar, che a casa Gionarca che a casa Sophia, sono stati accompagnati dai nostri operatori Mustapha, Elena e Caterina e presi per mano dalla nostra vicepresidente Susanna.
Abdel, Adil e Abdel hanno preparato un meraviglioso piatto marocchino a base di manzo, Abdoulie ha preparato un piatto a base di pesce, Arif un primo a base di pollo e Alban un dolce al cioccolato albanese. Ognuno ha portato con sé un po’ della sua terra, dei suoi paesaggi e dei suoi ricordi.
Commossi, i ragazzi hanno confidato quanta goia hanno riprovato a riassaggiare quei piatti del loro passato, della loro infanzia.
Ma prima di tutto, questo è stato un evento per integrazione: integrazione significa unione, significa portare con sé qualcosa di nuovo nella terra che gli accoglie, integrazione non significa dimenticare il proprio passato, ma conservarlo nel cuore e donarlo in un nuovo Paese, significa amare la pizza, ma anche la trilece e il cous cous, significa abbracciare il percorso su cui si è camminato, ricordando ogni singola orma che è stata lasciata, consapevole che qualcosa ci ha insegnato.
I ragazzi hanno saputo fare questo. Integrazione, unione, rispetto.
Ogni giorno, ringraziamo di poter vedere la loro crescita, il loro rispetto, il loro farsi strada nel mondo, quella delicatezza che gli ha portati non soltanto a volerci essere, ma anche a restare, ad aiutare a rimettere a posto, ad accompagnare le signore anziane.
Forse ancora non tutti sono pronti a vederlo, ma questi ragazzi ci hanno dimostrato quanto può essere bello il nostro domani: insieme.