Testimonianze di volontari e operatori

Elena

Mi chiamo Elena desidero condividere la mia esperienza con l’associazione “Ebenezer 2017”, un luogo di speranza per minori non accompagnati. Dopo anni di volontariato nella parrocchia Gesù Buon Pastore di Casellina, sono stata colpita dalla missione di questa associazione e dalle storie di vita che accoglie. Uno degli eventi più toccanti è stato il progetto “la messa alla prova”, dove un ragazzo segnato da scelte difficili ha avuto la possibilità di riflettere e rimettersi in gioco. Ho visto la sua trasformazione: da giovane perso in una spirale di problemi a uomo consapevole e felice, con una compagna, un figlio e un lavoro stabile.
Quando ho iniziato a lavorare con “Ebenezer 2017”, ho scoperto che i ragazzi portano con sé storie di coraggio e resilienza. Non solo necessitano di cibo e riparo, ma anche di un supporto che li aiuti a ricostruire le loro vite. È commovente vedere come, nonostante il loro passato, si aprano alla speranza di un futuro migliore. La mia transizione da volontaria a educatrice mi ha permesso di approfondire ulteriormente la mia comprensione delle loro esigenze e di essere parte attiva di questo cambiamento.
Il team dell’associazione si dedica con passione e professionalità, rendendosi conto che ogni piccolo passo rappresenta una grande vittoria. Concludo invitando tutti a credere nel potere della solidarietà: ogni gesto, anche il più semplice nel contribuire, o come volontari o con una
donazione, può generare un cambiamento significativo. Con l’aiuto di tutti, possiamo costruire un futuro migliore per questi giovani che non hanno mai smesso di sognare. Grazie, “Ebenezer 2017”,
per darmi l’opportunità di far parte di questa meravigliosa avventura.

Loredana

Sono Loredana, sono stata (ora temporaneamente ferma) volontaria Ebenezer sia al Banco Alimentare che in un gruppo appartamento (Tamar). Per me il sociale è donare agli altri il mio tempo e vedere altre realtà che noi al di fuori non vediamo. L’Associazione mi ha dato tanto, mi ha fatto crescere e capire ancora di più che c’è tanta povertà e vergogna. Ho conosciuto per caso l’associazione e mi sono trovata bene con gli operatori, con chi gestisce. È un’esperienza che tutti devono sperimentare una volta nella vita con le proprie mani. Lo consiglio a chi ha bisogno di crescere interiormente. A me aiutare gli altri è sempre piaciuto e continuerà a piacermi, continuerò ad essere in prima linea, me lo sento dentro. Se non lo faccio è come se mi mancasse un pezzo. Lo consiglio.

Roberta

La testimonianza di Roberta ci permette di mettere in luce come i bisogni dei nostri ragazzi vadano oltre a cibo, letto, vestiti. A volte, quello di cui hanno più bisogno, è qualcuno che, con cuore aperto e orecchie che sanno ascoltare, li accolga.

Sono Roberta, insegnante volontaria e ho conosciuto, come Valter, la realtà di Ebenezer e i ragazzi accolti tramite le lezioni che faccio alla Penny Wirton. Colpita dai ragazzi e dalle loro storie, ho deciso di iniziare a venire, una volta alla settimana, presso il Gruppo Appartamento Casa Tamar, per fare conversazione in Italiano con i ragazzi. Ho lavorato in Gambia, paese di origine di Ine ne e Mamadi, per un anno, e questa esperienza, quello che ho visto, l’amore per quella cultura ha permesso l’instaurarsi di un fortissimo legame con questi due giovani, legame che, con il tempo, è andato oltre alle lezioni. Adesso, Ine ne e Mamadi mi chiamano “zia” e hanno deciso di festeggiare l’ultimo giorno di digiuno del Ramadan 2024
proprio con me, in casa mia, per respirare quell’aria di famiglia che spero di riuscire a dargli.

Valter

Mi chiamo Valter e sono volontario insegnante presso Ebenezer 2017 a.p.s. dal 2023.
Ho conosciuto i ragazzi che sono ospitati nel gruppo appartamento Casa Tamar alla scuola Penny Wirton, dove svolgo volontariato da anni insegnando alfabetizzazione ai ragazzi stranieri sul suolo italiano. Ho iniziato, nell’Ottobre 2023, a venire tre volte alla settimana presso il gruppo appartamento, sempre per l’attività di insegnamento della lingua italiana. Ragazzi che all’inizio erano analfabeti si stanno affacciando al ciclo della licenza media e di percorsi di professionalizzazione che gli permetteranno di costruirsi un futuro.
Ho iniziato a fare italiano con loro, ma ho capito che non era sufficiente: dovevo portarli fuori, aiutarli a capire come inserirsi in Italia. Ho organizzato varie gite insieme ai ragazzi, sia in piccoli gruppi sia coinvolgendo tutti i ragazzi ospitati a Tamar: Castello di Montegnifore a Montespertoli, le colline del Chianti, Villa Danti nelle colline di Ponteassieve, colline di Bagno a Ripoli, colline di Scandicci, colline di San Martino alla Palma.
Non sono ottimista per il nostro futuro, ma voglio, nel mio piccolo, aiutarli a provare a far diventare la nostra società anche la loro, non soltanto per il loro bene, ma per quello di tutti noi.
Ho la sensazione e la convinzione di tamponare una falla ormai troppo grande, mi sembra inevitabile quello che accadrà, ma voglio e devo fare la mia parte. Fa bene a me, fa bene ai ragazzi, fa bene a tutta la comunità nella quale spero di aiutarli ad inserirsi.
Ho invitato anche i ragazzi a casa mia, per salutarci prima dell’estate e ho fatto venire anche i nipoti a conoscere i ragazzi e tutti insieme hanno giocato a pallone. I piccoli erano affascinati da questi ragazzi grandi, bravi, pieni di interessi. Gli occhi dei bambini vedono il mondo come dovremmo imparare a fare anche noi.

Michela

Ho conosciuto Ebenezer per puro caso e, da subito, mi sono resa conto del lavoro titanico che stavano portando avanti da dietro le quinte. Anche se inesperta e completamente novizia, sin dal primo incontro mi sono ritrovata ad avere un ruolo da impersonare e un nuovo punto di riferimento in città: sono stata, con il mio assenso, diretta all’aiuto con lo studio e non posso che ringraziare i ragazzi per aver visto questa potenzialità in me, e avermi dato il modo di applicarla dove potesse essere utile a qualcuno. Da lì sono iniziate le lezioni con Selma, che durano tutt’ora, e che si sono susseguite con sostegni a Zarmin e Adam per l’assimilazione dell’italiano. Le lezioni durano all’incirca due orette in cui cerco di condensare quanto necessario: spero vivamente di vederli presto avere successo (come già accadeva) anche grazie al mio piccolo tassello.

Antonio

La mia esperienza come operatore notturno è stata molto positiva, sia a livello personale che professionale. Posso dire che è stata una delle sfide più grandi che ho affrontato. Lavorare a stretto contatto con i ragazzi accolti è stato per me un’opportunità di apprendimento e crescita in termini di leadership. Sono grato per l’opportunità che mi è stata data di essere una figura di riferimento per ragazzi provenienti da culture diverse. Vivendo con loro, ho avuto modo di conoscere le loro culture in profondità.

Ci sono stati momenti in cui non ero d’accordo con alcuni aspetti delle loro tradizioni o abitudini, ma ho imparato ad accettare e rispettare le differenze culturali. Allo stesso modo, loro hanno dovuto imparare a convivere con una cultura diversa dalla loro. Grazie a questa esperienza, ho avuto modo di entrare in contatto con culture molto diverse, come quella albanese, pachistana, africana, e altre ancora.

Sono consapevole che molti di questi ragazzi non hanno avuto un’educazione strutturata e, per questo motivo, vivere in una comunità rappresenta per loro una vera e propria formazione educativa. Questo è un vantaggio per chi è disposto a imparare e a lasciarsi guidare dalle numerose figure professionali e affettive presenti. Ogni ragazzo ha una storia, spesso difficile, e molte di queste storie mi hanno toccato profondamente.